In concomitanza con gli appuntamenti della disfida, ha preso il via ieri sera a Barletta (presso i giardini di viale Giannone) il primo dei tre appuntamenti ( dal 7 al 10 settembre) del Festival del Sud intitolato ” Riscatto” la tre giorni organizzata dal partito politico “ Sinistra Italiana” (SI) fondato nel febbraio scorso.
Un festival teso ad evidenziare le disuguaglianze esistenti tra nord e sud Italia e tra nord e sud Europa; un riscatto del mezzogiorno che possa partire dall’istruzione pubblica, dai diritti, dal lavoro, dalle città, dall’ ambiente, dal minor consumo del suolo e dalla confisca dei beni alle mafie: questi i temi che saranno affrontanti nel corso della kermesse inaugurata ieri sera dal governatore pugliese Michele Emiliano; nei prossimi giorni invece interverranno anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Frantoianni e l’ex premier (1998 – 200) Massimo D’Alema. Dopo Barletta il festival proseguirà a Reggio Emilia e poi Torino.
“Riscatto del sud perché l’Italia è fanalino di coda in tutta Europa – ha esordito presentando il Festival, la consigliera comunale barlettana di SI Maria Campese – In un contesto sociale in cui undici milioni di italiani non possono avere accesso alle cure ospedaliere , proponiamo la creazione di una piattaforma che sia in grado di lottare contro le disuguaglianze .
Barletta, città natale di Carlo Cafiero, un rivoluzionario anarchico che ha fatto dell’internazionalismo un valore esemplare; lo stesso Cafiero che sosteneva : “Se un cinese, ad esempio, viene in Italia ha gli stessi diritti degli italiani”, ma ciò nonostante a Barletta si stanno verificando di recente fenomeni di intolleranza verso altre etnie (facendo riferimento alla protesta, seppur pacifica, avvenuta negli scorsi giorni dinanzi all’entrata del Comando dei Carabinieri di Barletta, da parte dei migranti – per lo più africani- presenti in città). Abbiamo combattuto il nazifascismo e ora lo spettro di quest’ultimo sta ritornando nella nostra comunità. La terra è di tutti e siamo tutti liberi di poter circolare.”
Dello stesso avviso è stato anche Claudio Riccio, membro della segretaria nazionale di SI, il quale ha paradossalmente evidenziato: “Cosa c’è da festeggiare ? Perché abbiamo organizzato un festival in una regione come la nostra che tocca un tasso di disoccupazione giovanile pari al 46% . Ventimila i giovani under trenta che negli ultimi dieci anni hanno preferito lasciare la nostra regione per trovare altrove nuove prospettive di lavoro. L’università è sempre meno accessibile e ciò ha determinato un calo delle immatricolazioni pari al ventotto percento negli ultimi anni. Gli investimenti in armamenti sono in aumento e la vendita di armi all’estero rappresenta il dato principale dell’export italiano, mentre cerchiamo di competere sui mercati con l’abbassamento dei salari piuttosto che investire in ricerca e sviluppo. Sette milioni gli appartamenti sfitti in tutta Italia e tanta gente che non ha ancora una casa, quindi perché costruire ancora, facendo gli interessi di pochi? Quando invece è possibile ridurre il consumo del suolo recuperando e usufruendo degli immobili esistenti. La nostra è una festa con la speranza che il mondo possa cambiare organizzando la rabbia e difendendo l’allegria”. “
“Riscatto! Combattiamo le disuguaglianze” è stato il titolo del primo dibattito del Festival, nel corso del quale sono intervenuti il professor Gianfranco Viesti, (docente di Economia presso l’università di Bari) Nico Bavaro (segretario SI Puglia) e Giovanni Paglia deputato di SI.
Il professor Viesti nel corso del suo intervento ha rivendicato (nei suoi pro e contro) l’esperienza del governo Vendola, ma ha piuttosto esordito sostenendo che:
“Circa dieci anni fa c’ è stata una prima crisi internazionale (che ha coinvolto anche l’Italia) terminata nel duemila otto, una seconda crisi è poi ricominciata all’inizio del duemila undici investendo ancora completamente l’Italia. Il punto è che stiamo risalendo dalla crisi ma poco e lentamente, pertanto bisogna chiedersi il perché? Un distacco tra nord e sud e che sta aumentando negli ultimi anni con un nord capace di andare sui mercati internazionali e un sud molto più lento e di certo le politiche economiche adottate dai governi non hanno fatto altro che aggravare tale distacco. Nel 2011 il ruolo dello Stato in Italia è cambiato, la politica economica è peggiorata comportando un aumento della pressione fiscale che ha ridotto la progressività e quindi gli scaglioni di reddito, colpendo le fasce economicamente più deboli. Le pensioni sono molte più al nord che al sud perché è più al nord che la gente ha lavorato; abbiamo assistito, da parte del governo, a manovre di taglio sulle spese inerenti la sanità, l’istruzione universitaria e gli investimenti pubblici riducendo (in merito a quest’ultimi) le spese di manutenzione del territorio e compromettendo allo stesso tempo la ripresa infrastrutturale soprattutto nel mezzogiorno: da sessanta miliardi di euro, dopo la crisi del 2008, si è passati a meno di quaranta miliardi di euro per i fondi destinati alla manutenzione del territorio. La crisi economica ancora in atto, ha colpito molto più il sud rispetto al nord, perché il sud ha una struttura economicamente molto più debole. Gli ottanta euro di Renzi (ossia la decontribuzione a favore dei lavoratori) per scongiurare la crisi, hanno favorito i lavoratori regolari molti più al Nord e molto meno al Sud. La dice lunga sul divario tra nord e sud anche il referendum consultivo (che si terrà il prossimo 22 ottobre in Veneto e Lombardia) proposto dall’esponente della Lega Nord Roberto Maroni, con il quale le due regioni del Nord chiederanno maggiore autonomia, rispetto allo Stato centrale.”
Bavaro si è chiesto piuttosto: “ Come lo mettiamo in piedi il mezzogiorno? Non certo con le politiche di austerity imposte dall’Europa e in modo particolare dalla Germania. Un dato sconcertante è che ad esempio lo Sblocca Italia destina l’81 per cento delle risorse al Nord, penalizzando il sistema sanitario del sud e non tenendo conto del diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione, cosi come penalizzato dagli scarsi investimenti è anche il nostro diritto all’istruzione. Le discrepanze tra nord e sud si evincono anche dai “viaggi della speranza”: per curarsi molti meridionali si recano nelle strutture ospedaliere del nord Italia, molto più all’avanguardia rispetto alle nostre, perché è al nord che il governo ha investito di più, pertanto noi del sud, pur di curarci, arricchiamo il sistema sanitario settentrionale. Stiamo assistendo ad una debolezza produttiva che si evince anche dal dimezzamento degli investimenti pubblici al sud nel volgere degli ultimi 15 anni, trascurando il fatto che l’investimento pubblico “chiama” a sua volta quello privato.”
Il deputato di SI Paglia ha invece sottolineato come: “La decontribuzione di Renzi, abbia sottratto 18milioni di euro agli investimenti pubblici, e di come il jobs act abbia favorito i più forti a discapito delle fasce sociali più deboli”
Infine è intervenuto il sindaco di Puglia, cosi come lui stesso si è sempre definito, Michele Emiliano, il quale nel sostenere che SI fa parte della coalizione del governo regionale, ha poi spaziato sui temi del Riordino ospedaliero (definendolo “necessario e di sinistra” a dispetto di quanto sostenuto dal Consigliere Regionale di SI Mino Borraccino ) dell’ Acquedotto Pugliese, del SIA (Sostegno per l’inclusione sociale attiva) interconnesso con il RED (Reddito di dignità) definendo quest’ultimo una “politica attiva per il lavoro e non una misura assistenziale” (come nel video che segue)
“E’ chiaro che in questo momento dal punto di vista politico a Sinistra è difficile comprendere le strategie di ciascuno dei partiti che compongono la stessa Sinistra, – ha dichiarato in prima battuta Emiliano – è inevitabile che anche in Puglia ci sia il cosiddetto “posizionamento” dei partiti in vista anche delle politiche del 2018. Mi sembra corretto che SI cerchi di marcare una differenza non solo dal PD ( il che alle volte è abbastanza complicato, visto che almeno in Puglia abbiamo lo stesso programma,) ma cerchi anche legittimante di ricostruire il campo della sinistra. Ci riuscirà? Questa è una domanda alla quale tutti noi speriamo di poter dare una risposta positiva. Mi auguro piuttosto che una segreteria diversa da quella di Renzi presto possa guidare il PD ricostruendo le ragioni di una coalizione di centro sinistra dello stesso tipo di quella che governa la regione Puglia”
L’acquedotto pugliese resterà una SPA ma di proprietà pubblica – ha poi sostenuto il governatore pugliese – stiamo depurando, è il caso di dire, il sistema dell’acquedotto pugliese rinnovando il management e riducendo i costi legati allo stesso. Sul fatto di salvaguardare la funzione pubblica dell’acquedotto (cosi come a fine legislatura auspicano i componenti di SI) siamo comunque aperti al confronto.
Dora Dibenedetto per barlettalive.it/mobile/news/politica/riscatto-festival-del-sud-di-sinistra-italiana-i-temi-del-mezzogiorno