Trani – Ugo Foà: «La parola razza l’ho attribuita sempre agli animali mai agli esseri umani»

È stata conferita la cittadinanza onoraria a Ugo Foà stamane, 18 novembre 2021, a Trani nell’aula consigliare di Pazzo Palmieri il Sindaco Amedeo Bottaro, nel corso di una cerimonia ad hoc, ha consegnato una pergamena al 93enne napoletano testimone della disumanità delle leggi raziali (in Italia sono riconducibili al regio decreto legge del 17 novembre 1938, quando Foà aveva solo dieci anni) nonché uno dei pochi fortunati sfuggiti all’orrore dei campi di sterminio anche grazie alle quattro giornate di Napoli del settembre 1943 (dopo l’armistizio dell’8 settembre dello stesso anno) quando gli ebrei napoletani scesero in piazza e assalirono le truppe tedesche.

Nel febbraio del 2020 la Città di Trani ha deliberato con atto di Consiglio comunale il conferimento della cittadinanza onoraria, infatti sulla pergamena, datata 13 febbraio 2020, messa a punto dall’amministrazione comunale, si legge la motivazione che adduce alla cittadinanza onoraria, ovvero: «Al dottor Ugo Foà, in segno di riconoscenza ed ammirazione per l’incessante impegno ed il forte messaggio contro ogni forma di odio e discriminazione a testimonianza dell’importanza della memoria del passato come monito per il futuro, perché ciò che è stato non accada mai più.»

Malgrado la pandemia e il distanziamento, Ugo Foà continua a testimoniare, soprattutto tra i giovani, le atrocità di quegli anni, la crudeltà delle leggi razziali e la privazione dei diritti. A Trani (dove è già stato in visita alla Sinagoga Scolanova) è tornato di buon grado accompagnato da sua figlia Marina.

«Sono emozionato – ha dichiarato Foà – sapevo già da un anno mezzo fa che avrei ottenuto questo importante riconoscimento, sono molto legato a Trani perché ho avuto modo di incontrare, più di una volta, negli anni scorsi, la cittadinanza scolastica; i ragazzi devono sapere cosa è successo perché se non si conosce il passato non si può costruire il futuro.

Oggi è la terza volta che sono in visita a Trani, le prime due volte ho incontrato i ragazzi di alcune scuole che mi hanno invitato e agli studenti non ho raccontato la mia storia ma ciò che è successo in Italia ottanta anni fa. Sono convinto dell’importanza di trasmettere la testimonianza, nonostante la mia tarda età, gli incontri con i ragazzi e le istituzioni mi danno ulteriore forza.

Non si può dimenticare anche perché oggi ci sono dei segni preoccupanti, ciò che è successo nel 1938 non si può ripetere ma si può ripetere in forma diversa e può colpire, non solo gli ebrei, ma anche altre minoranze e allora l’importanza della testimonianza è fondamentale nonché necessaria.

La parola razza l’ho attribuita sempre agli animali mai agli esseri umani; in quanto ebrei, secondo le leggi razziali, eravamo indegni e non potevamo definirci italiani né tanto meno indossare una divisa, per me questa è stata un’offesa tremenda e non nascondo che per questo ho odiato il mio paese.» – ha concluso il cittadino onorario –

«Un atto importante e significativo al quale la nostra città non poteva sottrarsi per rimarcare i valori dell’uguaglianza e della giustizia, non possiamo dimenticare, perché a volte è facile ricommettere gli stessi errori del passato. Per quarant’anni Foà non ha raccontato quanto ha vissuto poi ha capito che aveva il dovere di testimoniare; la sua è la storia di uomo che deciderà di andare Auschwitz soltanto nel 2005 e lì davanti al binario che conduceva ai formi crematori ha sentito il bisogno di inginocchiarsi e pregare.» ha puntualizzato il Sindaco di Trani Amedeo Bottaro –

Dora Dibenedetto

 

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