Petizione #AddioAmianto: misure per la trasparenza sull’amianto proposte da “Wired”

 Il problema “Amianto” da molti definita “fibra killer” è ormai da prendere sul serio:  più di tremila  le vittime da amianto in Italia. Il mensile Wired” ha  approfondito la questione in oggetto con un’ inchiesta denominata “Il Prezzo dell’Amiantohttp://www.wired.it/partner/amianto/#1  e  lanciando al contempo una petizione  sul sito http://change.org  “Addio Amianto” #addioamianto (il cui testo è riportato di seguito). Tuttavia focalizzando l’attenzione sulla Puglia e nello specifico sulla sesta provincia pugliese, appare  evidente come l’ente  abbia già posto attenzione sulla questione  “Amianto” dapprima condividendo la campagna regionale  di sensibilizzazione (promossa da “Legambiente Puglia) “Puglia Eternit Free”  e successivamente con l’erogazione di  un ulteriore  contributo pari  ad un totale di 40 mila euro per la rimozione,  da parte dei privati,  di manufatti contenti amianto presenti nelle  proprie abitazioni.

http://bat.ilquotidianoitaliano.it/dalla-provincia/2015/01/news/trani-presentata-campagna-puglia-eternit-free-legambiente-sostegno-dalla-bat-53075.html/ (Puglia Eternit Free)

http://bat.ilquotidianoitaliano.it/dalla-provincia/2015/04/news/provincia-bat-nuovo-contributo-di-40-mila-euro-per-rimozione-amianto-)57063.html/. (Contributo 40 mila euro)

Tremila vittime e più di 500 milioni di euro bruciati ogni anno: è l’amianto in Italia, nonostante sia stato bandito 23 anni fa. È quello che emerge da Il Prezzo dell’Amianto, l’inchiesta di Wired di maggio, che lancia questa petizione perchè solo Insieme possiamo fermarlo.

L’Italia è stato il primo consumatore di amianto in Europa e il secondo maggior produttore dopo l’Unione sovietica. Oggi, 23 anni dopo la messa al bando, questo materiale continua ancora a produrre un danno enorme: almeno tremila vittime e costi sociali di oltre 500 milioni di euro ogni anno. Questa cifra basterebbe da sola a coprire la bonifica dei siti a più alto rischio come scuole, ospedali, edifici pubblici e impianti sportivi frequentati ogni giorno da milioni di italiani.

Il primo passo è la trasparenza. Come riconosciuto dallo stesso Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il controllo civico sulle bonifiche è cruciale per accelerare gli interventi. Perché la partecipazione dei cittadini sia davvero efficace c’è bisogno di trasparenza sui dati e sui processi di controllo ambientale, sanitario e di smaltimento degli oltre 30 milioni di tonnellate di amianto nelle sue varie forme. Per questo Wired lancia su Change.org la petizione Addio Amianto (#addioamianto)  per sollecitare il premier Matteo Renzi e il Ministro Galletti ad adottare subito cinque misure concrete per migliorare la trasparenza sull’amianto entro la fine del 2015.eternit

1. Mappatura. Pubblicazione immediata in open data della mappa di tutti i siti a rischio censiti dalle Regioni  anche se incompleta, insieme a una precisa e scadenziata road map per il completamento della mappatura nazionale.

2. Bonifica. Identificazione delle 373 aree ad alta frequentazione pubblica (scuole, impianti sportivi e infrastrutture) con la più alta priorità di rischio (classe di priorità del rischio 1) individuate dal ministero dell’Ambiente, per le quali sono richiesti interventi di bonifica urgente.

3. Bonifica. Finanziamento del Piano nazionale amianto presentato a Casale l’8 aprile 2013 per il coordinamento e l’esecuzione degli interventi di bonifica e prevenzione accompagnati da una capillare azione di informazione delle popolazioni.

4. Epidemiologia. Pubblicazione obbligatoria in open data da parte delle Regioni dei dati aggiornati di mortalità e insorgenza di nuovi casi di malattie asbesto-correlate con dettaglio per comune e Asl.

5. Smaltimento. Unificazione delle procedure di controllo sull’inertizzazione e sullo smaltimento in discarica dell’amianto, sul modello di quanto già avviene a Casale Monferrato, per estenderlo a tutto il territorio nazionale.

L’amianto non può e non deve mietere altre vittime, firmare la petizione è un Dovere e un Diritto morale di ognuno, per difendere il nostro futuro e la nostra salute ma soprattutto  l’incolumità dei nostri figli.

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