“L’Italia del Family Day” di Gandolfini; non è omofobo ma “difende” l’art. 29 della Costituzione

Nello stesso giorno , il 26 agosto 2016, in cui si è celebrata la prima unione civile nella BAT, più precisamente a Trani,  è intervenuto,   a pochi chilometri dalla città della Pietra, in uno degli ultimi incontri previsti per la prima giornata della  settima edizione della tre giorni  “Libri nel borgo antico” di Bisceglie , il neurochirurgo bresciano nonché presidente del comitato “Difendiamo i nostri figli” e promotore e organizzatore   del “Family Day,  Massimo Gandolfini.

Il medico cattolico neocatecumenale, padre adottivo di  ben  7 figli,  non condivide affatto   la legge  promossa dalla senatrice del Partito Democratico Monica  Cirinnà (dalla quale la legge prende il nome) e  non si definisce  omofobo,  ma  si batte piuttosto affinché le unioni civili, riconosciute dalla legge in questione come una simil matrimonio tra persone dello stesso sesso, non siano equiparate al matrimonio sancito dall’art. 29 della Costituzione  che “ riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” esclusivamente tra uomo e donna.Gandolfini

Un tema, quello delle unioni civili, di grande attualità, la cui norma è stata approvata di recente in Parlamento (legge del 20 maggio 2016 n. 76 sulla regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze) ha spronato gli organizzatori della rassegna culturale  biscegliese , tra i quali anche l’ex eurodeputato molfettese  del Popolo della Libertà  Sergio Silvestris (il quale ha  partecipato all’ultimo Family Day ) ad ospitare colui che lo scorso 20 giugno 2015 prima in piazza San Giovanni  a Roma e poi il 30 gennaio 2016 al Circo Massimo sempre nella capitale, ha “dato voce a chi non ha voce” come lui stesso ha sostenuto, organizzando due importanti “Family Day” dai quali  ne è scaturita  la stesura del suo ultimo libro (da quattro giorni nelle migliori librerie ) intitolato  “L’Italia del Family Day –dialogo sulla deriva etica con il leader del comitato Difendiamo i nostri figli” (edizioni  Marsilio).  

Un libro, presentato lo scorso venerdì  a Bisceglie in piazza Duomo in anteprima nazionale, che rappresenta piuttosto un dialogo, cosi come si evince dal sottotitolo,  tra lo stesso Gandolfini   e  il  giornalista veronese Stefano Lorenzetto (nonché moderatore della serata) che spiega come per Gandolfini  la  legge Cirinnà sia da considerarsi una  “deriva antropologica”, che va contro quella che è l’evoluzione naturale della specie,  che può avvenire solo con l’unione tra uomo e donna, cosi come ci insegna la nostra storia,  la nostra cultura e l’ antropologia in genere.

“Il vero sentire del popolo italiano è rappresentato dalle folle, circa un milione di persone,  che hanno partecipato ai due Family Day –ha incalzato Gandolfini nel corso della serata- la legge Cirinnà  è frutto di  una lobby poco rilevante  anche da punto di vista numerico (dodici le coppie di pari sesso che in Italia sono unite con il vincolo delle unioni civili)  che vede il riconoscimento dei diritti civili in quella legge, del resto già sanciti dall’art. 3 della Costituzione e per i quali noi siamo pienamente favorevoli.”

“L’’Italia è il faro di civiltà e non il fanalino di coda dell’ Europa per quel che concerne i diritti civili,  tuttavia non è vero che la maggior parte dei 28 stati membri dell’Unione europea abbia equiparato le unioni civili al matrimonio –ha precisato il neurochirurgo- .  Pertanto l’intento del mio libro  è non solo quello di far fronte alla disinformazione per quel che concerne il riconoscimento dei diritti civili, ma di assolvere ad un dovere morale a favore delle nuove generazioni, propugnando   un tema di “naturalità” e non un tema  religioso o addirittura politico  che non prevede  la formazione di un partito politico sulla base delle mie ideologie.”

Gandolfini che considera altresì antidemocratico l’iter di approvazione della legge Cirinnà, si chiede tuttavia, come mai il Presidente del Consiglio Matteo Renzi nonostante la sua formazione cattolica abbia consentito l’approvazione di quel decreto legge; il medico definisce  inoltre  abominevole la pratica della Stepchild adoption sostenendo a tal proposito che : “ Sebbene sia stata  stralciata dal  testo di legge sulle unioni civili, in realtà è rientrata dalla finestra con il comma 20 dell’art. 1 del maxi emendamento  che prevede una forma di adozione  non definita  propriamente stepchild adoption,  ma fondata piuttosto sull’ art. 44 della legge sull’adozione, in base al quale per dare continuità affettiva all’adottato , di fatto crea  un endorsement  a favore delle adozioni gay.”

Dora Dibenedetto  per www.odysseo.it

 

 

 

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