“La Disuguaglianza fa bene – Manuale di sopravvivenza per un liberista”: il libro di Nicola Porro

“La Disuguaglianza fa bene- Manuale di sopravvivenza per un liberista” (edizioni “La Nave di Teseo”) è il titolo del libro scritto dal conduttore di “Matrix” (nonché vicedirettore del “ Il Giornale” per il quale cura  anche il blog “Zuppa di Porro”),  Nicola Porro  nato a Roma ma di origini pugliesi (difatti è  molto legato al vino e all’olio che produce in Puglia nella tenuta di famiglia denominata  “Rasciatano”)

Ed è proprio in Puglia, nella sala “Pasquale Attimonelli” di corso Cavour ad Andria,  nella città limitrofa alla  sua tenuta, che lo scorso sabato sera  5 novembre 2016 ( grazie ad un incontro organizzato dalla Libreria Mondadori e dalla Libreria 2000 di Andria)   ha presentato al numeroso pubblico presente in sala, insieme al sindaco e neo presidente della provincia BAT Nicola Giorgino e al giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno nonché moderatore dell’incontro Michele Cozzi,  le motivazioni per le quali ha deciso di pubblicare il suo libro.

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Un giornalista gli ha chiesto, nel corso dell’ incontro,  a chi fa bene la disuguaglianza? “Qualcuno dice che fa bene solo ai ricchi, ma io sostengo una cosa diversa – ha poi  dichiarato Porro-  la disuguaglianza fa bene a tutti, il problema è che ci siano uguali opportunità per tutti e uguali diritti per tutti. Il punto di partenza ovvero il campo di gioco deve essere uguale per ognuno di noi , poi dopo,  e la invochiamo sempre, se   c’è  la meritocrazia vuol dire che qualcuno è in grado di andare avanti e qualcuno invece resta indietro, altrimenti la meritocrazia non esisterebbe;  chi pensa alla meritocrazia pensa che la disuguaglianza faccia bene sennò non crede alla disuguaglianza.”

“L’economia è come il calcio: tutti ne parlano, molti ripetono meccanicamente le idee di altri, pochi sanno descriverne davvero i meccanismi. Nicola Porro ci mette in guardia dai rischi di un pensiero unico che non accetta voci fuori dal coro riscoprendo gli insegnamenti dei più importanti pensatori liberali, molti dei quali oggi ingiustamente trascurati. Parliamo di economisti, filosofi, statisti, persino romanzieri best seller, che nelle loro opere hanno spiegato, e in certi casi previsto, fenomeni con cui abbiamo a che fare quotidianamente. Le tasse e l’istruzione, il falso mito dell’uguaglianza e le profezie apocalittiche degli ambientalisti: in questo libro l’economia torna una disciplina che ci riguarda molto da vicino grazie ai grandi uomini che l’hanno raccontata. Da Thomas Jefferson a Vilfredo Pareto, dalla scuola austriaca di Mises e Hayek agli eroi nazionali Ricossa e Martino, da Houellebecq a Piketty, Nicola Porro ci conduce con linguaggio semplice, tono ironico e una punta di veleno politico, in un viaggio dentro l’attualità, che è anche un viaggio parallelo alla riscoperta dei nomi dimenticati di quella cultura liberale che ha contribuito in modo decisivo a creare l’impalcatura del nostro paese, e dell’Europa che oggi mettiamo maldestramente in discussione – è quanto si legge  in seconda di copertina –

Una cultura, quella liberale che è stata minoritaria e molto spesso “emarginata” dalla storia del nostro Paese,  perché pare sia stata rappresentata da una forza politica poco coraggiosa e non capace di imporsi. Il suo può definirsi un libro teorico e divulgativo allo stesso tempo, con il  quale Porro  cerca di  frenare coloro che pur definendosi liberali  in realtà non lo sono,  anche se,  in un inversione di marcia,  il pensiero liberale  oggigiorno sembra essere più diffuso di quanto sembra.

“In realtà il mio è un libro di un “frustato” liberale  –  ha incalzato sarcasticamente Porro nel corso della serata- .  Mi definisco un estremista liberale e quando sostengo che la “Disuguaglianza fa bene” non è di certo una provocazione.  Negli ultimi 40 anni abbiamo assistito all’egemonia comunista gramsciana specie nelle scuole e  con questo mio lavoro, non faccio atro che rivendicare il pensiero di grandi filosofi liberali del Novecento come  Karl Raimund  Popper (1902-1997)  cosi come cito anche  “I promessi Sposi” di  Alessandro Manzoni, che nel  capitolo dedicato alle  rivolte del pane –  ha spiegato  l’autore –  dimostra, offrendoci un importante lezione economica, che le regole del mercato  sfuggono a quelle  imposte arbitrariamente dallo Stato. La legge della domanda e dell’offerta è superiore a qualunque decreto: questa è l’essenza del pensiero economico liberale. Del resto, cerco anche di rivendicare un liberismo che si rifaccia ai principi di Destra e il fatto che la si smetta di dire che c’è stata un egemonia berlusconiana durata vent’anni quando in realtà è durata solo nove anni. Chiedo un contagio del pensiero liberale e non una rivoluzione che si rifaccia a quella francese di fine settecento. La nostra è una cultura statalista che non pensa agli individui,  quel che intendo  sottolineare,  ad esempio,   è come la nuova manovra finanziaria da 27milioni di euro varata dal Governo, usi imprescindibilmente   i soldi degli  italiani, ed è anche per questo che le tasse mi fanno “schifo” – ha evidenziato il conduttore di Matrix – se riduciamo le tasse rendiamo tutti più liberi, perché per un liberista ciò che conta è  l’individuo. L’idea di essere tutti uguali, ad esempio di poter  avere tutti lo stesso reddito   è decisamente impossibile, ma  sotto un solo aspetto l’uguaglianza può essere possibile, ossia quella di poter avere per tutti  le stesse  opportunità. Il vero problema è la povertà e non la disuguaglianza, non è togliendo ai più ricchi che di certo si risolve il problema della povertà , la quale  potrà essere scongiurata solo creando maggiori e uguali opportunità.”    

“La libertà è più importante dell’uguaglianza- ha concluso Porro – e lo Stato ha il compito fondamentale di mettere tutti nelle condizioni migliori per produrre la ricchezza , senza la quale la povertà non si potrà mai battere – si legge infine in quarta di copertina.

Dora Dibenedetto per  www.odysseo.it/presentato-ad-andria-libro-nicola-porro-la-disuguaglianza-bene/

 

Considerazioni: Il giorno prima, 4 novembre 2016, mi ritrovai in una sala, quella rossa del castello della mia Barletta, a parlare di Sud o meglio del “Partito del Sud” con esponenti decisamente di sinistra di ispirazione marxista, il giorno dopo 5 novembre 2016, nella città federiciana, mi ritrovo una platea che applaude il giornalista liberale di destra Nicola Porro. Due correnti politiche e di pensiero marcatamente opposte che mi hanno indotto a riflettere, da condividere sotto certi aspetti a seconda dei propri principi e dei propri valori personali.

 

 

 

 

 

 

 

 

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