“Il Centro per l’Occupabilità Femminile e la professionalità degli psicologi” può essere una risorsa?

Un ruolo, quello dello psicologo,  che sta rivendicando sempre più  la sua centralità all’interno dei Centri per l’Impiego; se ne è discusso ieri pomeriggio presso la scuola IPSIA “Archimede” di Barletta, nel corso di un convegno intitolato “ Il Centro per l’ Occupabilità Femminile e la professionalità degli psicologici” promosso dalla Provincia di Barletta – Andria – Trani e dall’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia.

L’iniziativa  rientrante  nell’ambito delle attività del Centro per l’Occupabilità Femminile  (COF) della Provincia, offre  al contempo un servizio rivolto alle donne per districarsi al meglio nel mondo  dell’orientamento e della ricerca del lavoro.IMG_3538

“La giornata di oggi anticipa in qualche modo quello,  le iniziative previste per tutto il mese di ottobre, ovvero  il mese del benessere piscologico – ha esordito Antonio Di Gioia presidente del Consiglio Ordine Piscologici Regione Puglia .

“Chi accede a questo servizio non sono solo donne ma molto spesso anche uomini – ha proseguito Giovanni Patruno Assessore provinciale alle Politiche attive del Lavoro – il mio auspicio è che questo progetto cominciato nel maggio 2012 possa continuare anche  dopo la fine di quest’anno, anche perché lo psicologo può essere utile non solo nei C.I. ma anche all’interno delle imprese private.”

Un progetto che si inserisce nell’ambito delle politiche di genere della Regione, per scongiurare le diversità sessiste nel mondo del lavoro:  “ le donne tendono ad accettare sempre più lavoro poco retribuiti e precari- ha sottolineato uno delle dottoresse facenti parte del progetto provinciale, la  psicologa e psicoterapeuta Serena Stringari  – la donna oggigiorno tende a voler cercare un occupazione non solo per necessità economica ma anche per non essere relegata al solo ruolo di moglie e  mamma. Cerchiamo di mettere ordine nel caos orientando la donna verso il suo obiettivo professionale cercando al contempo di renderla versatile senza circoscriverla in un unico ruolo, pertanto lo psicologo è un risorsa non solo per gli utenti del C.I.  ma lo è anche per  l’imprenditore o il professionista privato che nelle ricerca di nuove figure professionali si interfaccia con un tessuto sociale sempre più in cambiamento. Dati alla mano dimostrano che le utenti che si rivolgono al  nostro servizio di consulenza psicologica presso i C.I , sono di estrazione medio alta il 40% delle quali è diplomata il 20% laureata, ciò che piuttosto si denota è una scarsa propensione e interesse delle nostre donne all’autoimprenditorialità.”

Una riflessione più analitica e basata su dati certi , con un focus specifico per quel che concerne il Centro per l’Occupabilità Femminile di Barletta, (COF) è stata offerta nel corso del dibattito, dalla  psicologa specializzanda in Psicoterapia cognitivo-commerciale Annalisa Cagia: “In Italia l’occupazione femminile resta , per le politiche sociali nazionali, uno dei temi più scottanti se consideriamo che solo il 47% delle donne ha un occupazione. In Puglia la situazione è ancora più critica, secondo un indagine condotta da Manageritalia, la disoccupazione femminile è più alta di quella maschile sia nel totale (+4.7%) sia tra i giovani ( +11.2%). La mancanza di lavoro e di indipendenza che ne deriva, espongono queste donne (molto spesso di età compresa fra i 28 e 45 anni)  ad un maggiore rischio di poter  sviluppare disturbi di tipo psicologico oltre che di poter subire maltrattamenti fisici all’interno del contesto famigliare. E’ ormai noto che uno stato di inoccupazione non desirato si associ a malessere psicofisico e ad isolamento sociale fino a sfociare in veri quadri patologici. Il 68% delle donne che si sono rivolte al COF di Barletta cerca piuttosto un ambiente di lavoro sano e colleghi simpatici, senza ambire a ruoli di lavoro un tantino più prestigiosi, mentre il 95% e quindi quasi il totale,  ha dichiarato di aver chiesto aiuto ai C.I. solo qualche volta, ciò che emerge è una scarsa ambizione,  e come ribadito, relativo interesse all’autoimprenditorialità.”

Dell’iniziativa “Lo psicologo nei Centri per l’Impiego”, attuata dalla Provincia, che ha visto il coinvolgimento di tutti i Centri per l’Impiego del territorio, ne ha discusso  invece la psicologa psicoterapeuta Valentina Marzano la quale ha affermato che :  ““Rivelato l’aumento del disagio piscologico ed emotivo nella popolazione legato principalmente al disagio economico e occupazionale in aumento sul territorio e in attuazione del Masterplan Regionale e del Piano di Implementazione provinciale, dal 2012 la provincia BAT ha attivato un servizio di consulenza psicologica presso i C.I. L’affluenza dell’utenza nel corso dei mesi è stata sempre più crescente, tanto da far riattivare il servizio anche per gli anni 2013 e 2014. Nel 2012 si sono rivolti al  servizio piscologico presso i C.I. provinciali 254 utenti, (alcuni dei quali con un titolo di studio pari alla licenza media inferiore) di cui 139 uomini e 115 donne.  Purtroppo la disoccupazione porta con se  scarsa autostima, ansia, irritabilità  che può sfociare in vere e proprie patologie depressive se non affrontate in tempo. La rabbia è un sentimento prevalentemente riscontrato negli uomini, causato anche  da un retaggio culturale per il quale è impensabile che un uomo debba essere disoccupato o  comunque lavorativamente  inattivo.

L’incontro è proseguito ponendo l’accento sui temi della Tutela e prevenzione delle discriminazioni di genere sul lavoro, del lavoro in multitasking (pari opportunità o discriminazioni?) e delle molestie sessuali sui luoghi di lavoro.

In Italia sono ancora insufficienti le politiche di conciliazione famiglia lavoro che consentano di ottimizzare il tempo – ha puntualizzato  la psicologa Emanuela Soleti esaminando se  il multitasking (ovvero una strategia che consente di ottimizzare il tempo limitato a disposizione svolgendo e alternando rapidamente più attività contemporaneamente) può essere un elemento che favorisca  le pari opportunità o accentui la discriminazione   –  Nel nostro paese permane una cultura che stenta a riconoscere il ruolo della donna nella famiglia e nella società che non riesce a far conciliare maternità e carriera, che non è in grado di realizzare le pari opportunità. Recenti dati Istat mettono in luce che tra le europee le donne italiane sono quelle che lavorano meno e che più della metà delle donne impiegate ha subito molestie sessuali sui luoghi di lavoro e che la giornata lavorativa dura in media 10 ore; questo tempo è equamente diviso tra lavoro e attività di cura famigliare. L’uomo invece lavora in media 7 ore al giorno dedicando alle cure famigliare poco più di un ora. Lavorare in multitasking espone specie le donne al rischio di stress lavoro correlato, inoltre le donne madri sono più esposte  a emozioni negative e quindi disagio piscologico a causa delle difficoltà di conciliare la vita privata a quella lavorativa – ha concluso la dottoressa.

Dora Dibenedetto

 

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