Prima un omaggio floreale alla memoria di Giuseppe Di Vagno (politico socialista assassinato dai fascisti nel 1921 a Mola di Bari al termine di un comizio, per il suo costante sostegno ai braccianti e l’impulso all’organizzazione dei lavoratori) con la deposizione, da parte del sindaco Pasquale Cascella e di Gianvito Mastroleo, presidente della Fondazione intitolata al parlamentare (di cui Il comune di Barletta ne è socio) di una composizione di fiori rossi , colore che ricorda il garofano simbolo del partito socialista, alla lapide dedicata allo stesso Di Vagno in via Geremia Di Scanno a Barletta. (vedi: www.barlettalive.it/omaggio-dellamministrazione-a-giuseppe-di-vagno
Subito dopo, nel tardo pomeriggio di ieri, sulla stessa scia di ideali socialisti e antifascisti, c’è stata la presentazione a palazzo Della Marra, nell’ambito (di uno degli appuntamenti) della rassegna “Maggio dei Libri”, del volume intitolato: “Pietro Nenni. Socialista, libertario, giacobino. Diari 1973 – 1979”. Un libro a cura dell’editorialista del Corriere della Sera Paolo Franchi e Maria Vittoria Tomassi , nonché nipote di Nenni. (Editore Marsilio Nodi)
Alla presentazione erano presenti, insieme all’onorevole Franco Borgia, ( intervenuto in qualità di moderatore dell’incontro, nonché ex sindaco di Barletta alla fine degli anni 80 ed esponente del Partito socialista italiano ) il sindaco Pasquale Cascella, il Presidente della Fondazione Di Vagno Gianvito Mastroleo e fra le primissime file, alcune figure del socialismo nostrano, come: il consigliere comunale Cosimo Cannito, l’ex consigliere regionale Franco Pastore e il segretario regionale del PSI Silvestro Mezzina.
Un militante della classe operaia e del movimento socialista, o meglio uno dei padri del socialismo internazionale e della Repubblica Italiana, che Paolo Franchi ha voluto ricordare valorizzando al contempo anche l’aspetto umano dello stesso Nenni.
Si tratta in realtà degli ultimi Diari dello statista socialista – ha dichiarato Franchi – che valorizzano la figura di Nenni socialista sino alla fine, che si confronta con l’Italia e con il mondo degli anni settanta facendo allo stesso tempo riferimento al “suo” Novecento, in primo luogo alle grandi speranze e alle ancor più grandi disillusioni che lo hanno caratterizzato e di cui è stato partecipe. Questi Diari – ha proseguito l’editorialista – sono una fonte ricchissima di riflessioni, di giudizi storici e politici in grado di unire passato e presente: ricordi di donne e di uomini della politica italiana e internazionale, della letteratura e dell’arte.”
Nel volume, è chiaro il riferimento alle vicende politiche tipiche dell’ Ottocento e del Novecento, nei secoli dove Nenni si è formato e ha agito nel rispetto dell’evoluzione palese dei tempi. Uno statista che ha sempre avuto una particolare attenzione verso ciò che accadeva nel mondo cercando di capire ciò che mutava a livello globale.
Evidente è stato anche il legame di Nenni con i comunisti, un legame che durò per più di venti anni, fino al 1956, concepito dallo stesso leader politico soprattutto all’insegna dell’ antifascismo. “Nenni fu indubbiamente il leader dell’antifascismo europeo – ha poi precisato il presidente della fondazione Di Vagno – Nel 1945 il leader socialista, fu anche ministro della costituente, un dato che molto spesso purtroppo viene dimenticato, ma è proprio grazie a questo suo ruolo e al suo fervido attivismo, che riuscì ad imprimere nello stesso dicastero un nuovo metodo di lavoro, ponendo in essere ben cinque commissioni di studio a disposizione dell’assemblea costituente. Pertanto è importante sotto questo aspetto recuperare il metodo di Nenni.”
Sette in tutto gli anni presi in considerazione nei diari di Pietro Nenni (1973-1979) ma è nel 1979 (l’anno che precede la morte dello statista) che si verifica la vera svolta per il Psi che pur di “sopravvivere” , si affida a Bettino Craxi, allievo preferito di Nenni. “Dai diari – ha affermato Franchi – pochi giorni prima della sua morte, Nenni scrive che nonostante non sia pienamente soddisfatto dell’operato di Craxi, resta comunque il migliore degli ultimi tempi.”
“Un personaggio chiave del Novecento – ha poi concluso l’editorialista del Corriere della Sera che ha raccolto gli ultimi diari di Nenni – non solo di quello italiano ma a livello mondiale. La cosa fondamentale ma anche la più rimossa, è che Nenni con molta probabilità è stato “più” di De Gasperi e di Togliatti. Il vero protagonista per la battaglia e poi la vittoria della Repubblica in Italia, di certo uno dei suoi più grandi meriti storici. Nenni, fu sicuramente un grande politico ma anche un grande giornalista, ma soprattutto uno straordinario titolista, dell’ “Avanti”, ad esempio fra i suoi “slogan” ricordo : “O la Repubblica o il Caos”, “Il Vento del Nord” “La stanza dei bottoni” “Resistere in piedi”. In un’ottica attuale mi chiedo che se questi titoli fossero stati “twittabili” avrebbero di certo avuto un ampio riverbero mediatico. Si tratta di un uomo che davvero interagiva con il popolo e con le masse, raccogliendo molto spesso il consenso di tantissima gente non necessariamente socialista. Ma ciò che più mi ha appassionato leggendo i diari (e per questo devo ringraziare la famiglia ma soprattutto Maria Vittoria) sono stati i continui rimandi tra passato e presente, ai quali Nenni faceva molto spesso riferimento in modo “ironico”: figure, ad esempio come Picasso (del quale Nenni era amico) o altri personaggi dell’arte e della letteratura e ovviamente della politica. Una caratteristica, quella di Nenni, che mi ha affascinato e allo stesso tempo divertito parecchio considerando il fatto che si trattava di un uomo di “spessore” che governava con la democrazia cristiana, ricopriva il ruolo di vice presidente del consiglio, poi di ministro degli esteri e molto altro ancora. Inoltre ciò che è emerso dai diari è stata la sua indiscussa e smodata passione verso Mao Zedong ( rivoluzionario, politico, filosofo e dittatore cinese, nonché portavoce del Partito Comunista Cinese dal 1943 fino alla sua morte avvenuta nel 1976) dalla quale passione, si evince l’enorme complessità della figura di Nenni, il quale nonostante sia stato leader dell’internazionale socialista e abbia ricoperto notevoli cariche politiche, a mio avviso, era fondamentalmente rimasto sempre un po’ sovversivo seppur in maniera bonaria.”
Dora Dibenedetto per www.barlettalive.it/pietro-nenni-socialista-libertario-giacobino-diari-1973–1979-paolo-franchi-con-il-suo-libro