“Bettino Craxi – La Notte di Sigonella”, un libro che descrive una Politica estera da non dimenticare.

Una pagina di Politica Estera italiana da non dimenticare, quella che ne scaturì da quel  lunedì 7 ottobre 1985 quando, dal cuore del Mediterraneo, rimbalza fino a Göteborg, in Svezia, un SOS dalla nave da crociera italiana Achille Lauro con a bordo 545 persone sequestrate da un gruppo di terroristi palestinesi.

E’ da quel tragico episodio che avrà poi luogo  la cosiddetta “Notte di Sigonella” datata 11 ottobre 1985 gestita politicamente e umanamente dall’allora e compianto Presidente del Consiglio di matrice socialista Bettino Craxi, del quale ieri sera  a Barletta presso la Libreria Cialuna,  ne ha parlato sua figlia nonché onorevole Stefania Craxi, presentando il  libro curato dalla “Fondazione Craxi”  intitolato per l’appunto “Bettino Craxi – La Notte di Sigonella”

L’incontro con Craxi è  stato  altresì anticipato dalla proiezione di un  docufilm,  mediante il quale sono state rievocate le  memorie di Bettino Craxi, nonché il racconto di una grande prova di forza e di inviolabilità della sovranità nazionale sostenuta dal governo italiano di allora, in una delle notti più lunghe e drammatiche della Prima Repubblica. Un momento, quello di ieri sera,  dedicato al  leader nazionale del PSI (al quale hanno preso parte anche  due rappresentati  socialisti barlettani:  l’ex consigliere regionale Franco Pastore e il consigliere comunale d’opposizione Mino Cannito) moderato per l’occasione  dall’avvocato barlettano Franco Borgia, esponente del PSI nonché ex sindaco di Barletta (dal 1978 –al 1980)  e onorevole presso la Camera dei Deputati nei primi anni ’90.

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“La prima risposta del governo italiano è di carattere militare: prepararsi al peggio e attrezzarsi ad assaltare la nave. Ma il presidente del Consiglio Craxi – si legge nel libro-   la cui prima preoccupazione è salvare gli ostaggi, vuole innanzitutto giocare le carte politiche e diplomatiche in suo possesso. Dopo una lunga sequela di colpi di scena e di eventi drammatici, come l’uccisione di Leon Klinghoffer, un cittadino americano disabile, i terroristi vengono intercettati su un Boeing 737 dell’EgiptAyr da quattro caccia F-14 statunitensi e obbligati a dirigersi verso l’Italia.

Ronald Reagan in persona – si legge ancora nel libro-  chiede l’autorizzazione all’atterraggio nella base NATO di Sigonella, in Sicilia, e l’immediato trasferimento in America degli assassini.

L’atterraggio avviene alle 00.16 dell’11 ottobre: comincia così “la notte di Sigonella”. Sigonella è suolo italiano, così come italiana è la nave in cui è stato commesso il crimine: l’Italia ritiene pertanto che il caso sia soggetto ai poteri della sua giurisdizione. Gli USA sono di parere opposto, essendo americano il cittadino ucciso. Il veivolo con a bordo i terroristi e due mediatori dell’OLP ripartirà per Roma, seguito da aerei non identificati… “

“Nella vicenda di Sigonella io allora difesi il principio di sovranità nazionale. Pensavo all’Italia come ad un Nazione con tutti i suoi diritti, e non come un Italietta”– si legge invece in quarta di copertina, riportando le testuali parole di Bettino Craxi.

In quella particolare circostanza l’allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan si congratula con Craxi per quanto accaduto a Sigonella – cosi come si  evince dal documentario proiettato –  rappresentando uno dei momenti migliori  della Politica Estera Italiana, attenendosi allo stesso tempo alla legalità della  legge internazionale.

“Il contesto storico  nel quale è avvenuto l’episodio di Sigonella è quello della Guerra Fredda – ha sottolineato  l’avvocato Borgia – mentre Craxi propugnava piuttosto una risoluzione regionale dei conflitti ritenendo errata una politica basata sui due blocchi ossia quello statunitense contrapposto a quello sovietico.”

“Craxi ha avuto in quell’occasione una lungimiranza politica – ha poi proseguito Craxi figlia – dimostrandosi leale con gli Stati Uniti pur disobbedendo al volere degli  stessi. Craxi, è sempre stato lo stesso uomo sia con Sigonella e sia con Tangentopoliha precisato l’onorevole –  quando la Finanza divenne un potere incontrollabile prendendo il sopravvento sulla Politica, difatti  tra il 1992 e il 1994 viene smantellata l’industria di Stato e le stesse industrie di Stato furono vendute ai privati cosi come le banche dello Stato, facendo in modo che scoppiassero delle forti speculazioni sulla lira che hanno  fatto perdere al nostro Paese non i soldi costati in cinquant’anni ai   partiti, ma delle cifre di gran lunga superiori pari a 15 miliardi di lire . Tuttavia a chi appartenevano i giornali che facevano da gran cassa alle operazioni giudiziarie su Tangentopoli?  Guarda caso ai quei poteri forti che hanno poi partecipato alla spartizione del Patrimonio dello Stato.”- ha chiosato Stefania Craxi.

“Craxi ha sempre agiato, anche sbagliando, per il bene del suo Paese, e mi auguro che a differenza di Renzi,  il quale in qualità di sindaco di Firenze, sostenne che intitolare una via o una Piazza a Craxi non fosse pedagogico, il vostro sindaco Cascella possa riconoscere l’alto valore politico che in ogni caso a Craxi è stato più volte riconosciuto negli anni della sua ascesa politica, affinché anche a Barletta , cosi come  è già accaduto in diversi comuni italiani,  ci possa essere una via o una piazza dedicata al noto statista Craxi.” – ha  concluso la figlia dell’ex Presidente del Consiglio Socialista.

Dora Dibenedetto anche per www.barlettalive.it e bat.ilquotidianoitaliano.com 

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