Ancora discrepanze tra fede e scienza, questa volta su ciò che attiene la Vita e la procreazione. Se ne è discusso ieri nel corso di un incontro “Generare il futuro con quale prospettiva” presso la parrocchia di San Giovanni Apostolo in occasione della 36^ Giornata Nazionale per la Vita.
L’evento organizzato dalla Commissione diocesana Famiglia e Vita e dell’Azione Cattolica Diocesana, in collaborazione con il “Movimento per la vita italiano” e con la ‘Comunità Arca dell’Alleanza’, è stato un momento di riflessione per discutere insieme al dr. Alessandro Mastrorilli, Medico ginecologo nonché presidente del movimento per la Vita – Puglia e a monsignor Picchierri di: metodi contraccettivi, ginecologi obiettori di coscienza, fecondazione assistita, fecondazione eterologa e adozione. “La vita ha un valore inestimabile – ha esordito Mastrorilli- bisogna evitare che le quindicenni vadano nei consultori e si facciano prescrivere la pillola del giorno dopo, piuttosto bisogna fare una giusta prevenzione.
Provocatorio, l’intervento di una donna presente fra il pubblico in merito al comportamento dei medici obiettori di coscienza: “mia figlia al quinto mese di gravidanza scoprii che il feto era malformato, in quel caso il medico di mia figlia era obiettore di coscienza e non volle procedere con l’aborto, voi che ne pensate al riguardo?”
“Ecco in questo caso – ha replicato il ginecologo- oltre che l’aspetto morale bisogna considerare l’aspetto anche legislativo oltre che politico, infatti in una recente sentenza del TAR si è deciso di mandare via dai consultori tutti i medici obiettori di coscienza; ma piuttosto ciò su cui faccio perno , del resto è anche previsto dagli articoli 4 e 5 della legge 194, è la Diagnosi prenatale affinché l’aborto non sia l’ unica terapia ma esistono delle cure mediche che possono salvare il feto evitando l’interruzione della gravidanza.” “Il problema è soprattutto culturale e morale – ha proseguito Mastrorilli – cosi come accade per la fecondazione eterologa , diventare genitori a tutti i costi è il vero problema culturale di questa società prescindendo dalla morale e trascurando il diritto del nascituro di sapere chi è realmente suo padre, la legge 40 per fortuna evita questa pratica nel nostro paese, ma se la scienza come nel caso della fecondazione assistita aiuta la coppia allora ben venga, la Scienza deve essere sempre al servizio della vita!” Nel corso del dibattito si è dibattuto anche in merito al tema dell’adozione “ adottare un bambino credo sia uno dei gesti più belli che una coppia possa fare, di recente sono stato in Moldavia e ho letto negli occhi di tanti bambini la voglia di affetto e amore di cui hanno bisogno, non servono solo i soldi ma per adottare un bambino serve soprattutto molto amore. Noi come Movimento per la vita – ha proseguito il medico – ci stiamo battendo affinché l’adozione non venga posta in essere da coppie omosessuali, la famiglia è una sola e deve essere formata da padre e madre. Lo stesso stiamo facendo per la fecondazione artificiale alla quale molte coppie omosessuali purtroppo ricorrono.
Ma ritornando sulla contraccezione il ginecologo ha infine sottolineato: “ bisogna incentivare l’uso di metodi naturali evitando l’uso della pillola o della spirale che tuttavia danneggiano il corpo della donna. In India per esempio, nonostante l’alto tasso di analfabetismo, le donne stanno cominciando a capire l’anatomia del proprio corpo evitando gravidanze indesiderate. Pertanto è opportuno che la Chiesa diventi qua in Italia la culla della genitorialità responsabile diffondendo la cultura dei metodi contracettivi naturali, evitando il lucro e gli effetti collaterali dei farmaci. I metodi naturali aiutano a non avere figli e ad averli facilmente quando invece lo si desidera.”
Parla invece di “secolarizzazione della vita” monsignor Picchierri : “la vita va rispettata laddove germina! La fede e la scienza – ha concluso il monsignore – deve coniugarsi l’una con l’altra prescindendo dall’egoismo umano e cercando di evangelizzare il concetto di famiglia.”
Dora Dibenedetto