Manca davvero poco alla cosiddetta “festa” della Donna, anche se qualcuno sussurra ormai da qualche tempo che la Donna merita di essere celebrata ogni giorno; l’avvicinarsi dell’8 marzo incita come ogni anno, l’avvio di iniziative ed eventi dedicati alla Donna e alle donne che nel tempo hanno lottato per il riconoscimento dei diritti sottratti e poi rivendicati dalle donne.
Ieri sera è stata la volta della celeberrima donna politica italiana Nilde Iotti, ricordata (con la regia di Roberto Andò ) dall’attrice trevigiana Michela Cescon , andata in scena ieri sera con “Leonilde – Storia Eccezionale di una Donna Normale” presso il teatro “La Tana” all’allestito all’interno della sala rossa del castello di Barletta.
“Prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei deputati, nonché prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle cinque più alte cariche dello Stato. Occupò la posizione più alta di Montecitorio per tre legislature, dal 1979 al 1992, conseguendo un primato finora incontrastato nell’Italia repubblicana.”
Forte tenace ma soprattutto antifascista, con una formazione prettamente cattolica, che nel corso degli anni lei stessa mise in discussione battendosi per il riconoscimento dei figli illegittimi e del divorzio, Nilde Iotti è stata parlamentare a soli 26 anni, membro della Commissione dei 75” che diede vita alla Costituzione, divenne poi primo presidente della Camera donna. Dalla sua vita si trae un ritratto della politica italiana del Novecento: dal Fascismo alla seconda Guerra Mondiale, dalla Resistenza alla nascita delle Repubblica sino alla conquista dei diritti delle donne.
“Rimase orfana del padre Egidio (ferroviere e sindacalista socialista) nel 1934. Si laureò in lettere all’Università Cattolica di Milano. Ebbe tra i suoi professori Amintore Fanfani e fu per qualche tempo insegnante ma decise di abbandonare la professione quando maturò un profondo spirito antifascista che la convinse ad occuparsi di politica.
“Dopo l’8 settembre 1943 si iscrive al PCI e partecipa alla resistenza, svolgendo inizialmente la funzione di porta-ordini, poi aderendo ai Gruppi di Difesa della Donna, formazione antifascista del PCI, diventando organizzatrice e responsabile.Fu presidente dell’Unione Donne Italiane di Reggio Emilia. Nel 1946 viene candidata dal Partito Comunista Italiano e viene eletta all’assemblea costituente.
Nello stesso anno inizia a Roma una relazione con il Segretario Nazionale del PCI, Palmiro Togliatti, di 27 anni più anziano (già marito di Rita Montagnana e padre di Aldo), che terminerà soltanto con la morte del leader comunista, nel 1964. Il loro legame diviene pubblico nella contingenza dell’attentato del 1948. Togliatti lascia per lei moglie e figlio, decisione che fu dura da accettare per i militanti del PCI. Insieme chiesero e ottennero l’affiliazione di una bambina orfana, Marisa Malagoli, sorella minore di una dei sei operai uccisi in uno scontro con le forze dell’ordine il 9 gennaio 1950, a Modena, nel corso di una manifestazione operaia.”
Con luci soffuse, una valigia anni 30, libri, lettere sparsi sul pavimento e un cappotto che ricordava quello donatogli da suo padre prima della morte, la Cescon ha interpretato in questa scenografia con il suo timbro di voce intenso e carismatico, il monologo “Leonilde – Storia Eccezionale di una Donna Normale” (tratto dall’omonimo testo edito Bompiani) dedicato a Leonilde Iotti e conclusosi sulle note del canto popolare antifascista “Bella ciao”. “Non posso rifiutare” sono state poi le ultime frasi ricordate dalla Iotti e proferite dal suo amore proibito Palmiro Togliatti un istante prima di morire; un legame quello con il leader di Botteghe Oscure, mai accettato dalla Chiesa e dal Partito Comunista di cui entrambi ne erano membri.
Ad applaudire la Cescon c’erano anche i ragazzi del liceo scientifico Cafiero di Barletta, e domenica 9 marzo l’attrice che ha recitato anche per la serie tv “Braccialetti rossi” si esibirà con lo stesso monologo a Corato.
Dora Dibenedetto